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Mario Giacomelli...

Certo non credo ci sia bisogno di presentazioni , ma in ogni caso val la pena parlarne , l'occasione mi è stata data dopo aver visto la mostra al palazzo braschi di Roma , è stata per me una folgorazione nonostante apprezzi molto anche le foto a colori devo dire che il B&W di Giacomelli mi ha colpito nel profondo , diciamo che ho visto più colori nelle foto di Giacomelli che in quelle di altri fotografi affermati , la composizione e l'atteggiamento della ripresa in se penso a mio parere che diano una profondità difficilmente replicabile ...per chi non lo conosce vi invito a vedere la mostra ed approfondirne le sue foto che è come leggere un libro , per concludere volevo dire che ho molto apprezzato il commento di un amico fotografo di Mario ( non ne ricordo il nome ) che ha detto che la fotografia è più una pratica letteraria che artistica ....e questo lo penso anche io .......


Di seguito alcune info tratte dalla rete .


 

Mario Giacomelli ( da wikipedia)

foto di Di sconosciuto - http://www.storiadellafotografia.it/2012/12/06/boniforti-ballerio/, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=5417679

A tredici anni è garzone presso la Tipografia Giunchedi finché non sopraggiunge la guerra, vi ritorna, dopo aver partecipato ai lavori di ricostruzione dai bombardamenti, come operaio tipografo. Nel 1950 decide di aprire una sua tipografia. Nel 1953, Giacomelli acquista una Bencini Comet S (CMF) modello del 1950, con ottica rientrante acromatica 1:11, pellicola 127, otturazione con tempi 1/50+B e sincro flash. Tra il '53 e il '55 inizia a fotografare parenti, colleghi e amici. In quegli anni frequenta lo studio fotografico di Torcoletti, il quale gli presentò Giuseppe Cavalli, artista e critico d'arte.

Sotto la guida di Ferruccio Ferroni e con la supervisione di Cavalli, Giacomelli si addentra nella tecnica fotografica. Nel 1954 si costituisce il gruppo fotografico "Misa". Nel 1955 vince il Concorso Nazionale di Castelfranco Veneto.

Sono di questo periodo alcune serie dallo stile di reportage come Lourdes (1957), Scanno (1957/59), Puglia (1958, dove tornerà nel 1982), Zingari (1958), Loreto (1959, dove ritorna nel 1995), Un uomo, una donna, un amore(1960/61), Mattatoio (1960), Pretini (1961/63), La buona terra (1964/66). Iniziano le prime pubblicazioni sulle riviste specializzate di Fotografia. Continuando con la sua ricerca, il fotografo inizia a chiedere ai contadini, pagandoli, di creare con i loro trattori precisi segni sulla terra, agendo direttamente sul paesaggio da fotografare per poi accentuare tali segni nella stampa.

Tramite Crocenzi, nel '61 Elio Vittorini chiede a Giacomelli l'immagine Gente del sud (dalla serie Puglia) per la copertina dell'edizione inglese di Conversazione in Sicilia. Nel '63 Piero Racanicchi, che insieme a Turroni è stato tra i primi critici sostenitori dell'opera di Giacomelli, segnala il fotografo a John Szarkowski, direttore del dipartimento di Fotografia del MOMA di New York che sceglie di esporre una sua fotografia alla mostra The Photographer's Eye. L'immagine è tratta dalla serie Scanno.

Nel '64 Szarkowski acquisirà poi l'intera serie Scanno e alcune immagini della serie Pretini. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia con la serie dell'Ospizio, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sotto l'influsso di Crocenzi, nel '67 Giacomelli pensa alla realizzazione di una serie fotografica incentrata sul racconto, interpretando Caroline Branson dell'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, e chiede a Crocenzi di fornirgli un canovaccio da seguire.

Nel 1968 conosce Alberto Burri, e ne segue un'attenzione all'informale.

Nel '78 partecipa alla Biennale di Venezia con fotografie di Paesaggi. Nel 1980 Arturo Carlo Quintavalle scrive un libro analitico sull'opera del fotografo, acquisendo una buona quantità di sue opere per il centro CSAC di Parma. Nel 1984 conosce il poeta Francesco Permunian con il quale instaura una collaborazione che dà alla luce le serie Il teatro della neve (1984/86) e Ho la testa piena mamma (1985/87).

Nel 1983/87 crea Il mare dei miei racconti fotografie aeree scattate alla spiaggia di Senigallia. Negli anni '70/90 Giacomelli fotografa la costa adriatica nei pressi di Senigallia, creando la serie Le mie Marche.

Degli anni novanta sono le serie Vita del pittore Bastari (1991/92), Poesie in cerca d'autore, Bando (1997/99), 31 Dicembre (1997). Mario Giacomelli muore il 25 novembre del 2000 a Senigallia, dopo un anno di malattia, mentre lavorava alle serie Questo ricordo lo vorrei raccontare (1999/2000) e La domenica Prima (2000).




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